Il campo profughi di Pournara accoglie attualmente circa 220 persone, la maggior parte siriane, ma anche afghani, sudanesi, somali, congolesi e altri. Tra questi si contano anche molti minori non accompagnati. Tante nazionalità diverse, con individui e famiglie che condividono storie di chi scappa da guerra, violenze e povertà alla ricerca di un futuro migliore, e che spesso rischiano di perdere la speranza in seguito alle loro tragiche esperienze. Ed è proprio per tenere viva la speranza che la Comunità organizza le estati solidali, per ricordare, a chi si sente abbandonato, che ci sono persone che si preoccupano, pregano e si impegnano per loro.
Sant'Egidio organizza durante l'estate diverse attività in questo campo, tra i quali la Tenda dell'Amicizia, una sorta di "ristorante solidale", dove ogni giorno i rifugiati possono sedere a tavola e mangiare insieme, e corsi di inglese.
E, a Ferragosto, una festa speciale per tutti i residenti nel campo, iniziata con la cena nella Tenda dell'Amicizia, un luogo che mette tutti i popoli alla stessa tavola. Ad aiutare c’erano anche persone che avevano vissuto nel campo negli anni precedenti e che, dopo esserne uscite, hanno deciso di tornare insieme con la Comunità per dare una mano. A seguire la liturgia per celebrare l'Ascensione di Maria, accompagnata da un coro formato da tante voci diverse, provenienti dall'Italia, dal Congo, dal Camerun, che cantavano la stessa musica, con brani in tante lingue diverse: italiano, inglese francese, lingala, swahili. A seguire, un momento di festa fatto di balli, canti e tanto cocomero.
"Grazie per tutto quello che fate per noi, ci aiutate a tornare a vivere" così alcuni abitanti del campo hanno salutato i membri della Comunità, i quali hanno messo in pratica quell'invito ad essere "testimoni di speranza" che il papa ha lanciato durante il Giubileo dei Giovani. Un appello raccolto da molti ragazzi e ragazze di Sant'Egidio che, subito dopo il Giubileo, sono partiti per Cipro ed Atene per mettere in pratica le parole di Leone XIV.