Care sorelle e cari fratelli,
celebriamo oggi la festa liturgica di Floribert, proclamato beato da papa Leone il 15 giugno scorso. E’ la prima volta che la celebriamo. E continueremo di anno anno a celebrare questo giorno come una memoria benedetta.
Nella notte tra il 7 e l’8 luglio Floribert venne assassinato. Mentre le mani omicide si abbattevano su di lui, quelle del Signore lo accoglievano e lo portavano nel cielo testimoniando la forza dell’amore. Questa festa ci dice che il giorno nel quale Floribert veniva assassinato da mani omicide, è accolto dal Signore e portato nel cielo. Ed ora fa parte di quella “moltitudine immensa”, di cui parla l’Apocalisse, che notte e giorno sta davanti al trono dell’Agnello.
Sì Floribert, figlio della Comunità e fratello nostro, sta davanti a Dio. E’ certo, un esempio di come vivere il Vangelo, come ascoltarlo e metterlo in pratica. La domanda che lui si pose nei giorni della prova: “Vivo io per Cristo?”, è la domanda decisiva del discepolo, di ciascuno di noi. Lui scelse Gesù. Papa Francesco, parlando di lui, disse: “Poteva lasciare andare, non lo avrebbero scoperto e ci avrebbe pure guadagnato. Ma, in quanto cristiano, pregò, pensò agli altri e scelse di essere onesto, dicendo no alla sporcizia della corruzione. Questo è mantenere le mani pulite, mentre le mani che trafficano soldi si sporcano di sangue […] Non lasciarti vincere dal male, non credere alle trame oscure del denaro, che fanno sprofondare nella notte. Essere onesti è brillare di giorno, è diffondere la luce di Dio, è vivere la beatitudine della giustizia: vinci il male con il bene!”.
Care sorelle e cari fratelli, Floribert, ha ascoltato il Vangelo e lo ha messo in pratica alla lettera: “Chi vuole salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà”. Floribert non ha voluto salvare sé stesso, non ha pensato al suo profitto; ha seguito il Signore è ha scelto di salvare la vita degli altri. E’ davvero un esempio a cui guardare.
La festa liturgica ci dice anche che Floribert è un intercessore con noi e per noi. La Chiesa cattolica, che custodisce con cura questo mistero, lo chiama “comunione dei santi”; a dire che non c’è separazione tra Chiesa nel cielo e la Chiesa sulla terra. Insomma non è sconfitto solo l’individualismo anche religioso, piuttosto si sottolinea la comunione di quel Noi attorno al Signore. Non si cancella il rapporto diretto che ogni discepolo ha con il Signore, si sottolinea che non siamo separato dagli altri.
Il culto pubblico che oggi iniziamo è l’invito anzitutto a noi, figli e figlie della Comunità di cui faceva parte e alla Diocesi di Goma, di rivolgerci a lui anche nella preghiera perché interceda presso il Signore. Sì, care sorelle cari fratelli, abbiamo in Floribert un fratello che sta notte e giorno davanti a Dio. Lui assieme ai nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduto, è il nostro intercessore ed anche di tutti coloro che lo invocheranno. A Lui affidiamo la Comunità perché sia protetta dal male, a lui chiediamo di presentare a Dio il grido che sale dall’Africa e dai suoi giovani perché risorga ad una vita di pace e di giustizia, a lui chiediamo quelle grazie particolari che ci stanno particolarmente a cuore. Non dimentichiamo che la canonizzazione è legata al miracolo che il Signore vorrà compiere per la sua intercessione. Sia Floribert un esempio ed anche un intercessore con noi e per noi presso il Signore. Amen.