PERSONE CON DISABILITÀ

“Voi tornate sempre”: l'estate solidale dei Giovani per la Pace di Sant’Egidio con i malati psichiatrici in Albania

 

Anche quest’estate gruppi provenienti da diverse Comunità italiane – Roma, Genova, Napoli, Novara e Pavia – hanno trascorso alcune settimane in Albania, a Tirana, Kavaje ed Elbasan con gli amici delle case famiglia e per realizzare attività e laboratori con i malati ricoverati all’ospedale psichiatrico Sadik Dinci.

Le vacanze estive sono una tradizione che si rinnova ogni anno, parte di quel lungo legame tra Sant’Egidio e l’Albania, piccolo paese dei Balcani affacciato sul mar Adriatico a poche centinaia di chilometri dall’Italia, che nasce con la caduta del regime di Enver Hoxha e che ha accompagnato tanti momenti del cammino democratico del paese e i suoi cambiamenti sociali.

Uno di questi riguarda l'emigrazione: per anni l’Italia è stata una delle mete più ambita e tanti, in cerca di lavoro, sono venuti nel nostro paese e oggi sono pienamente integrati. Negli ultimi anni, però, l’emigrazione ha cambiato volto: adesso a partire sono soprattutto giovani qualificati, con buoni titoli di studio - circa 40mila ogni anno - diretti in Germania, Inghilterra o Stati Uniti. Interi villaggi si svuotano e tante case restano deserte, con conseguenze pesanti per i più fragili – anziani, disabili e malati psichiatrici – che, senza la protezione delle reti familiari, finiscono spesso nei grandi istituti e ospedali.

La Comunità da anni sostiene la riforma della salute mentale in Albania, promuovendo alternative all’istituzionalizzazione come le case famiglia di Tirana e Kavaje o i progetti di co-housing supportato, ma molto dell’impegno nasce dal basso, soprattutto dall’amicizia diretta con centinaia di ricoverati, fatta di visite, laboratori e attività per rompere l’isolamento, accrescere l’autonomia e favorire l’integrazione sociale.

In queste settimane, i Giovani per la Pace di Genova, Pavia e Roma hanno coinvolto una settantina di ricoverati in laboratori di arte, teatro, cucina, cucito e falegnameria, mentre tutti i trecento malati dell'ospedale psichiatrico hanno ricevuto in questi giorni una visita, buon cibo, musica e hanno partecipato alle preghiere, per i malati e per la pace, con tanta concentrazione e commozione. Una mostra delle opere realizzate nei laboratori si è svolta nel teatro Skampa, nel cuore di Elbasan, e il ricavato delle vendite sarà destinato alle vittime della guerra in Ucraina.

Intanto, purtroppo, anno dopo anno si registra un peggioramento delle condizioni di vita, delle cure e delle strutture, con un aumento di giovani ricoverati, spesso per depressione o dipendenza da sostanze. L'isolamento è una malattia in più, ed è per questo che la fedeltà nell'amicizia di giovani italiani è un motivo di speranza. Lo ha detto bene Marius, «La cosa che mi rende felice è che ho capito che voi tornate sempre».
Parole che raccontano il senso profondo di un’amicizia che permette a tanti di continuare a sognare una casa e, già da ora, sentire il profumo di una famiglia.