A "Sant'Egidio". Clochard e poveri triplicati «Sempre soli e indigenti»

A "Sant'Egidio". Clochard e poveri triplicati «Sempre soli e indigenti»

IL VOLONTARIATO
Clochard e indigenti, presenze quasi triplicate nell'ultimo mese alla comunità di Sant'Egidio. Lo dicono i numeri forniti dai volontari della struttura in via Mondo che si preparano a servire almeno ottanta pasti per sera e oltre quaranta ricambi per chi usufruisce delle docce e dei servizi dì lavanderia. All'aumento fisiologico che si registra ogni anno nel periodo estivo, per effetto del caldo torrido, si aggiunge quest'anno anche quello dovuto all'incremento della povertà o all'emergenza solitudine. Non solo stranieri - in prevalenza africani ma c'è anche qualche pakistano - e non solo senzatetto infatti tra i beneficiari dei servizi offerti dalla struttura ma pure tanti italiani in difficoltà, tra questi ci sono disoccupati, padri separati, anziani soli, coppie indigenti.
Tra gli avventori anche qualche tossicodipendente e, pare, qualcuno con problemi psichici.
IL SUPPORTO
«La nostra è per loro un'oasi in un deserto fatto di strada - racconta Mena, una delle volontarie - ogni mercoledì e giovedì accogliamo almeno quaranta persone
che hanno bisogno di lavarsi e cambiarsi alle quali forniamo gratuitamente un kit di asciugamani monouso, lamette, bagnoschiuma, sapone, shampoo, deodorante, biancheria intima nuova, t-shirt e scarpe da ginnastica. Questo giovedì distribuiremo loro anche dei cappellini per proteggersi dal sole. Arrivano spesso con la barba lunga, i capelli incrostati, i pantaloni talmente ridotti male da doverli tagliare per toglierli.
Nell'80% dei casi ciò che indossano non è più riutilizzabile e deve essere buttato, ciò che può essere salvato, invece viene lavato e riconsegnato. La loro espressione quando si guardano allo specchio dopo essersi rimessi a nuovo è impagabile e spesso anche emozionante».
Numeri in crescita anche per i pasti. «Per questa settimana - precisa Mena - ci aspettiamo almeno ottanta persone a mensa. A tutti, dopo la cena, vengono consegnate anche bottiglie di acqua e integratori da portar via». Una trentina i volontari che si alternano per garantire la continuità del servizio anche nei mesi di luglio e agosto. «Non sì tratta soltanto di cucinare un piatto caldo - chiarisce Mena - noi ci sediamo a tavola con loro, li ascoltiamo, ii chiamiamo per nome per rimarcare che non sono degli invisibili. Ciò che appare evidente spesso è infatti il loro senso di smarrimento e la profonda solitudine con la quale convivono quotidianamente. C'è, tra loro, chi non parla con nessuno per giorni interi. Chi dorme nelle ore diurne per essere vigile di notte perché teme aggressioni e ha sviluppato un senso di diffidenza nei confronti degli altri. Chi desidera soltanto un po' di frescura dopo una giornata sotto al sole. E noi cerchiamo di dare il massimo della nostra disponibilità per aiutarli ma senza mai imporre la nostra presenza».
LE ATTIVITÀ
La comunità vista dunque come rifugio, luogo di conforto e accoglienza ma anche come risposta all'isolamento e all'emarginazione. Tra le attività messe in campo infatti anche un punto di ascolto, un ambulatorio medico, un corso di italiano. «Tutto a nostre spese - rimarca Angela, un'altra volontaria - non riceviamo infatti nessun tipo di finanziamento. Solo donazioni e campagne solidali che ci consentono di raccogliere indumenti e altro materiale necessario. Ci sono ristoratori. per esempio, che a volte ci portano dei pasti per l'asporto, oppure negozianti che ci regalano articoli da poter distribuire a chi ha bisogno. In questa fase abbiamo avviato una raccolta di magliette, pantaioncini, tute, camicie. Chi vorrà aderire, potrà portare i capi richiesti in via Mondo ogni mercoledì e giovedì dalle 16,30 alle 18,30»
 


[ Daniela Voipecina ]