«Puntiamo sulle convivenze solidali, oggi creare questi legami può cambiare la vita»

«Puntiamo sulle convivenze solidali, oggi creare questi legami può cambiare la vita»

Laura Schiavon: «Il nostro progetto coinvolge parrocchie, servizi socio-sanitari e medici di base, tutto può aiutare»

LE PROPOSTE
Per contrastare la solitudine che molti anziani vivono c'è la necessità dí cambiare radicalmente il modo in cui la società si prende cura di loro. Ecco, quindi, che la Comunità di Sant'Egidio ha creato negli anni delle reti di prossimità e delle convivenze solidali. Due strumenti che stanno già trasformando la vita di molte persone.
«Un dato interessante è quello della creazione delle reti di prossimità - ha spiegato Laura Schiavon, responsabile del servizio anziani della Comunità -. Con il programma abbiamo creato un legame con 158 attori non istituzionali e istituzionali. Quelli non istituzionali sono i vicini, i familiari, gli amici che in qualche modo possono fare comunità attorno all'anziano. Gli attori istituzionali sono il medico di base, i servizi sociosanitari, le parrocchie. Questa rete è una rete di protezione che salva la vita. Dal 2021 possiamo raccontare tante storie, tanti nomi, tante vite salvate. Questo programma è innovativo, ha un impatto limitato sulla spesa pubblica, ma abbassa le spese sanitarie perché si evitano accessi impropri al pronto soccorso o ricoveri».
«Vorrei raccontare qualcosa che tocco con mano ogni giorno dell'anno - ha aggiunto Elena Riani, referente del programma "Viva gli Anziani" -. Gli anziani fanno una grande fatica anche solo a uscire per fare la spesa, prepararsi da mangiare, andare in posta o dal medico. Molti anziani mi hanno detto che vedono come unica prospettiva la casa di riposo. Non come scelta, ma come destino inevitabile. Ecco, creare reti di prossimità cambia davvero la vita: li aiuta a restare a casa, nel loro contesto, circondati da una rete umana che li accompagna, li ascolta e li sostiene».
Un altro pilastro della proposta della Comunità è rappresentato dalle convivenze solidali, un'alternativa concreta alla solitudine. «Abbiamo due esperienze attive da anni grazie alla collaborazione con il Comune di Padova - ha raccontato Schiavon - Due appartamenti nei quartieri Torre e Arcella dove vivono insieme anziani che prima erano soli. Hanno scelto di condividere spazi e risorse, e abbiamo visto molte vite rifiorire. Una dinamica molto bella: si aiutano, si ascoltano, si fanno compagnia. E questo ci ha ispirati. Per questo al piano superiore della Casa dell'Amicizia stiamo completando i lavori per altri due appartamenti destinati a convivenze solidali». Le convivenze solidali si inseriscono in un sistema integrato che comprende anche il monitoraggio telefonico, le visite domiciliari, la costruzione di reti relazionali e l'attivazione delle risorse locali.
 


[ R.M. ]