MIGRANTI

Una croce di legno, tante candele, un appello alle coscienze. A Santa Maria in Trastevere a Roma il ricordo delle vittime dei viaggi della speranza

 

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere e nella piazza antistante, si è tenuta la veglia ecumenica di preghiera "Morire di Speranza", in ricordo delle migliaia di persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. La preghiera è stata presieduta dal cardinale Baldassare Reina, vicario di papa Leone XIV per la diocesi di Roma, e promossa dalla Comunità di Sant’Egidio insieme a numerose organizzazioni impegnate nell’accoglienza e nell’integrazione: Centro Astalli, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Acli, Scalabrini International Migration Network, Comunità Papa Giovanni XXIII e Acse.

Oltre 70.000 persone sono morte o scomparse dal 1990 a oggi lungo le rotte migratorie — in mare, nei deserti, nei boschi — nel tentativo di fuggire da guerre, povertà, persecuzioni e fame. Durante la celebrazione sono stati pronunciati alcuni nomi delle vittime e accese candele in loro memoria davanti a una croce costruita con il legno recuperato dai barconi naufragati.

Nel corso della veglia, il cardinale Reina ha lanciato un forte appello alle coscienze: perché ogni persona, soprattutto la più fragile, sia rispettata, amata, accolta e messa in condizione di costruire un futuro. Ha parlato della necessità di generare una cultura condivisa dell’accoglienza e del rispetto, che si traduca anche in scelte politiche capaci di tutelare la dignità umana. Ricordando le oltre 70.000 vittime, ha sottolineato che quei viaggi — spesso tragici — erano mossi dal sogno di una vita migliore, lontana dalla guerra, dalla fame, dalla mancanza di lavoro.

Di fronte a questo grido di dolore, non si può restare indifferenti. Diverse fedi e sensibilità si sono ritrovate unite nella stessa invocazione: “L’uomo è tale nella misura in cui si accorge dell’altro. Siamo tutti fratelli — ha aggiunto — e in quanto fratelli siamo responsabili della vita dell’altro.” (Leggi tutto)

Secondo i dati diffusi durante la veglia, oltre il 38% dei migranti morti o dispersi negli ultimi cinque anni sono donne e bambini. Un dato che rende ancora più drammatica una tragedia silenziosa. E sebbene gli arrivi siano diminuiti, la percentuale di morti è cresciuta, a fronte di un’assenza di canali sicuri e di missioni di salvataggio in mare. Da qui l’invito pressante a riattivare vie legali di accesso, come i corridoi umanitari, che rappresentano un modello efficace di protezione e integrazione.

Molti dei presenti in basilica e in piazza erano migranti giunti in Italia proprio grazie ai corridoi umanitari. Accanto a loro, anche parenti e amici di chi ha perso la vita in mare, testimoni di un dolore che continua a interrogare le nostre coscienze.